Bigdata e Social Media: I trend per il 2014

Analisi predittiva per Bigdata e Social Media

bigdata-social-media-2014Il periodo è quello giusto per lanciarsi in previsioni e oroscopi ma non sono un profeta, indovino o oracolo anzi ritengo questi un po’ dei cacciaballe che oltre alle parole non sanno altro … mmh… oops sorry che gaffe mi sono scordato di una società di informatica il cui nome ha proprio attinenza con quanto sopra …  “Scusa Larry!”, quindi tornando al discorso considerando che un po’ di data mining lo conosco diciamo che posso osare qualche analisi predittiva sul 2014.

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Il Twitter che verrà …

Twitter è finito, #morto !

Chi si occupa di social media marketing sa che ormai possiamo dire che Twitter è morto , sepolto sotto l’esplosione dei tweet …

twitter-deadOgni persona ha fa sempre più follow … ma come si fa a seguire centinaia di persone ? sulla ns timeline i tweet compaiono in un flusso continuo di informazioni e tutto questo fa si che quando fai il tuo tweet la possibilità di essere letto è sempre inferiore … e questo lo si denota nelle statistiche di quanto gli utenti interagiscono … oggi anche con molti più follower il numero di retweet, menzioni o click sui link è sempre più basso.

Possiamo quindi dire che in una strategia di social media marketing Twitter è praticamente inutile, riesci a espandere il tuo pubblico molto velocemente giocando di follow e unfollow, cercando di non farti bloccare l’account, ma ti trovi con un pubblico imbalsamato.

Twitter non è più un mezzo per comunicare con i propri follower , Twitter è solo un canale dove lanciare i propri tweet

Evviva Twitter : il #futuro !

Quindi come può il 2° o 3° social network più importante avere un futuro ? Grazie agli #hashtag e ad una nuova interfaccia (sua o di terze parti ) che ci permetta di raggruppare i tweet in base all’argomento, al mittente e al gradimento del tweet , costruendo così una specie di giornale ( come Flipboard ) che ci permetta di avere in evidenza subito i tweet che possono essere per noi i più importanti, poco importa se sono gli ultimi come avverrebbe in una timeline oppure siano “vecchi” di mezza giornata, e posso anche essere sicuro che qualche app di questo tipo già esista ma soltanto la sua diffusione alla “massa” di utenti permetterà a Twitter di trovare una sua realtà nel futuro e di non soccombere sotto i suoi big data

E voi quale app usate per controllare il fiume di tweet ?

Come evolve la Business Intelligence : Intervista a Luca Rodolfi

La Business Intelligence sta vivendo un momento di ricambio generazionale, con soluzioni cloud , nuove tecnologie ( database non relazionali o no-sql ) , l’ovvio impatto dei nuovi device come i tablet, richieste di analisi real-time e il focus sulla business analytics sponsorizzato dai big vendor.

Proviamo a vedere cosa ne pensa di questi argomenti un esperto di Business Intelligence nel suo classico significato : Luca Rodolfi

Chi è Luca Rodolfi ?

Luca Rodolfi

Mi chiamo Luca Rodolfi e dal 1996 mi occupo di Business Intelligence (BI).

Le esperienze lavorative maturate mi hanno consentito di sviluppare numerose e diverse competenze sia in ambiti progettuali e tecnologici. Tra le diverse collaborazioni rilevanti sono quelle con Bicon3 srl (società specializzata a tutto campo nell’ambito della BI) e con il Ce.Ri.S.Ma.S(Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario dell’università Cattolica di Milano) che mi impegnano in attività progettuali sul campo.

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Domande sulla Business Intelligence

– cosa può guadagnare una piccola realtà con l’utilizzo della BI ?

Sicuramente più efficienza e maggiore consapevolezza della propria capacità di stare nel mercato, se per piccola realtà intendiamo “veramente” piccola (1-5 milioni di euro di fatturato) dotarsi di una soluzione (anche semplificata) di BI significa avere la possibilità di indagare i proprio “numeri” con la consapevolezza di poter apportare “aggiustamenti” per tempo, direi una bella differenza che attendere indicazioni dal commercialista o, peggio ancora, dalla banca…

 – BI e PMI : quale soluzione per avere un progetto di BI a costi contenuti

 sicuramente eliminare qualunque volo pindarico e puntare sul concreto: un sistema snello in grado di raccogliere i dati, normalizzarli e adattarli alle proprie analisi e su sistema di reporting user oriented, cercando sul mercato gli skill necessari, in ogni caso dedicando le risorse disponibili alla consulenza “di livello” piuttosto che a sostenere costi di licenze software e hardware, oggi il mercato offre molte possibilità, ma l’esperienza di un professionista BI (o di un team ridottissimo e molto esperto) può fare la differenza sulla qualità del risultato.

 – Excel è più una opportunità o più un problema ? come vedi il fatto che spesso gli strumenti di query e reporting come BO e Cognos vengano usati per estrarre i dati e importarli in Excel ?

Personalmente Excel è una grande opportunità! il problema è l’uso che spesso se ne fa, sia per mancanza di formazione (Excel è considerato a torto uno strumento semplice che chiunque può usare) sia perché contribuisce involontariamente alla generazione di una certa entropia, come specialista BI uno dei punti peggiori quando si ha a che fare con Excel è il disordine degli utenti, la moltitudine di copie degli stessi file, l’incapacità di utilizzare correttamente le formule, tutte cose che relegano ingiustamente Excel ad un sistema di produttività personale e nulla più, anche se per molti utenti è la vera ancora di salvezza quando è necessario produrre reports e analisi.

Diciamo che l’utente si sente a suo agio con Excel, sentendosi sicuro: quando viene implementato un sistema di BI la prima domanda è “ma posso salvare in excel?” a mio avviso bisognerebbe mettere in atto una vera e propria strategia non per sostituire Excel, ma per affiancarlo agli strumenti di BI mostrando (e dimostrando) agli utenti il valore aggiunto che questi strumenti possono dare…

 – è più importante ( come ROI x il cliente ) la BI classica o la business analytics

 Sarò all’antica, ma preferisco la BI classica, molto spesso i requisiti degli utenti sono semplici, anche se rilevanti nei contenuti, secondo me un report o un ambito di analisi ben costruito secondo i desiderata dell’utente vale 1000 analytics…

 – bi domani : cloud, mobile, big data, realtime : cosa sarà più importante e perché

 Bella domanda! io metterei al primo posto Cloud e Mobile a parimerito (se per mobile intendiamo i tablet e non gli smartphone) e solo dopo il resto (come i bigdata) il motivo principale è proprio dovuto al fatto che il mondo sta letteralmente cambiando spinto da queste nuove frontiere, semplicemente alcune cose come le conosciamo oggi non esisteranno più domani sostituite dalle nuove tendenze… forse sono un visionario ma è probabile che lo storage come lo conosciamo oggi semplicemente non sarà più economicamente sensato averlo in casa nel proprio “ced” e allora con l’avanzare di queste nuove prospettive la BI deve adeguarsi in una sorta di metanoia autopoietica… (:D)

 – nuovi database no-sql, datavault etc : è la fine del vecchio caro star-schema ?

 forse più che la fine è un pezzo che si aggiunge, uno strumento in più nella borsa di “dottor BI”: dipendentemente dalle necessità l’esperto sarà in grado di “pescare” l’attrezzo giusto per il progetto che deve affrontare, esisterà sempre un buon motivo per risolvere la progettazione di un modello dimensionale basato sul vecchio star-schema…

 – le soluzioni dei big vendor sono pensate solo per chi ha budget importanti ?

 difficile rispondere di No, dipende però dalla fascia e da cosa è un budget importante, se per me importante equivale (ipotizziamo) a 100.000 euro, per il cliente invece a 25.000 euro e per IBM 500.000 capiamo subito che prima ancora di fare valutazioni è necessario mettere a fattore comune la propria idea di budget importante, dalla mia esperienza quando si muovono i big vendor si muovono anche interessi di rilievo, forse in un mondo ideale i big vendor non dovrebbero “importunare” piccole realtà che fatturano meno di 10 milioni di euro e lasciare lo sviluppo dei sistemi di BI agli esperti sul campo rappresentativi di piccole e specializzate aziende di consulenza, ma la necessità di avere clienti è tale che sul mercato si vede di tutto!

 – BI fatta in casa : ha senso creare il proprio dwh con un team di sviluppo interno ?

 secondo me no (a meno che non ci siano in azienda risorse con esperienze sul campo relative alla BI) il rischio di pensare che un DWH sia una serie di tabelloni su cui fare query è troppo alto e il pericolo di avere una cosa non affidabile sempre incombente, meglio allora predisporre un team interno chiedendo l’aiuto di uno specialista del campo.

 – 3 fattori per il successo di un progetto di BI

 chiarezza dei requisiti dell’utente : cosa vuole dal progetto di BI

rapidità di sviluppo, in modalità incrementale : senza scomodare discipline come Agile BI o simili, innescare un sistema a spirale di continui rilasci in modo che sia sempre possibile per il cliente vedere l’avanzamento

un team focalizzato : a meno che non si stia creando un dwh worldwide di un’azienda Fortune 500 pensare ad un team piccolo e multidisciplinare.

Ringrazio Luca per la disponibilità e spero con questa intervista di aver dato un’altra interessante opinione sulla BI.

Se qualcuno avesse dubbi o vorrebbe avere delle risposte vi invito a porre le domande nei commenti … sarete ascoltati